Meet the Foxes – Nicoletta Tonani

Conosciamo meglio Nico #23, giocatrice & fox mum, sempre molto affidabile in campo e fuori: ci racconta del suo ritorno in campo con le volpi di Roma.

Nome e Cognome:
Nicoletta Tonani
#: 23
Luogo e data di nascita:
Rivolta d’Adda (CR), 13/02/1980
Walk On Music:
Don’t stop me now (Queen)

Adoro il fatto che nel baseball/softball non ti puoi distrarre, devi stare al 100% concentrato sul gioco, sapere ed imparare da quello che è successo prima ed impostare la strategia per quello che succederà poi. Mille regole, mille casistiche, mille eccezioni: non è uno sport facile da spiegare, ma se dici a un “profano” che giochi a baseball/softball, i suoi occhi si illuminano sempre di curiosità e ammirazione, perché – diciamolo – è un gioco che esercita un certo fascino su chiunque. Da giocatore, poi, è pura poesia: il profumo del guantone, lo schiocco della palla presa al volo, il colpo secco sulla mazza… e la birra fresca, ovvio.

Ci ho giocato qualche anno da ragazzina, un po’ per caso, un po’ incuriosita da alcune vecchie foto di papà lanciatore. Amore folle, anche se poi ci siamo persi di vista per parecchi anni. Un Natale di un paio d’anni fa mia figlia ha ritrovato in soffitta il mio vecchio guantone ed una pallina praticamente ovale. Incuriosita, mi ha chiesto di spiegarle il gioco e di provare qualche lancio… e da lì, a 40 anni suonati e dopo 15 anni di pallavolo, mi è risalito il demone del softball!

Per placare il demone e soddisfare la richiesta di mia figlia, che nel frattempo voleva provare a giocare, ho cercato una squadra giovanile su Roma. I Red Foxes erano lì, su facebook, ed è stato un colpo di fulmine: rosso (colore che adoro), volpe come mascotte, logo spaziale, squadre senior e junior. E poi, una volta in campo, si scoprono i compagni di squadra fantastici (pieni di acciacchi come te ma con tanta voglia di giocare), dirigenti e allenatori super presenti e disponibili, un settore giovanile in crescita, una grande famiglia… che altro si può desiderare?

Ho tantissimi atleti di riferimento, di tanti sport diversi, ma se devo dirne uno in particolare, penso subito ad Andrea Lucchetta, grandissimo pallavolista della Generazione di Fenomeni che tanto ha vinto con la maglia azzurra. Ho seguito tante sue partite dal vivo, è un atleta che ha sempre dato tutto, in campo e fuori, sempre con quel suo pizzico di follia che l’ha reso unico. Anche al termine della sua carriera, si è reinventato come cronista sportivo, conduttore tv, musicista, facendo sempre tutto con la sua passione immensa per la pallavolo e lo sport in generale.

George Bernard Shaw dice che “L’uomo non smette di giocare perché invecchia, ma invecchia perché smette di giocare.” Io vorrei poter giocare, in tutta la mia assoluta pochezza, finché mi reggono le giunture ossee, e poi dedicarmi ad una squadra giovanile, veder crescere le giovani leve e trasmettere loro l’importanza e la poesia dello sport di squadra, qualunque esso sia.